Scuola e Banda Musicale di Pra' - Carlo Colombi
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SCUOLA E BANDA MUSICALE DI PRA'
CARLO COLOMBI
27-09-2023
Progetto
Gianluca Ferrantin da SuPra'tutto
Di quel 23 settembre 1993 ho diversi ricordi.
La pioggia, così intensa che a malapena riuscivo a vedere la ringhiera del poggiolo; la vista, dalla finestra della camera, della catasta di auto alla foce del San Pietro, primo indizio per me di quanto era successo; l’odore del fango e il mormorio delle persone, incredule per quanto era accaduto in poche ore di pioggia; il ponte sul San Pietro, zona di ritrovo per me e i miei amici, quasi sventrato dall’onda di piena del rio.
Quella data ha segnato uno dei tanti “prima e dopo” nella nostra vita; lo ha fatto in particolare alla famiglia del dottor Achille Dapelo, che quel giorno non fece ritorno a casa. Non l’ho conosciuto personalmente, ma ne sentivo parlare spesso; grazie alla serata, organizzata in occasione del trentesimo anniversario dalla sua scomparsa, ho capito meglio il perché.
Achille Dapelo non era “solo” un medico, ma anche un uomo di cultura e un musicista. Non a caso la serata, patrocinata dal Comune di Genova e dal Municipio VII Ponente, è stata organizzata dalla Scuola e Banda Musicale di Pra' - Carlo Colombi, in collaborazione con l’Associazione Musicart Villa De Mari. “U Megu” era appassionato soprattutto di violino, al punto da possederne uno. Per l’occasione i suoi familiari, che hanno sposato con convinzione l’iniziativa, lo hanno affidato alle mani del maestro Filippo Taccogna, che lo ha suonato davanti al pubblico presente. Assieme a lui, Susanna e Sebastian D’Alì al piano e Claudio Patané alla chitarra: questi giovani maestri (già con una carriera di rispetto alle spalle) sono uno dei tanti fiori all’occhiello della Scuola e Banda Musicale di Pra' - Carlo Colombi, dato che dedicano parte del loro tempo all’insegnamento della musica a bambini e ragazzi del nostro quartiere. All’inizio della commemorazione ha preso la parola Guido Barbazza, presidente del Municipio VII Ponente, che lo ha ricordato con queste parole.
“Ricordo sempre con piacere Achille Dapelo. Lui è un pezzo di storia; era il medico del paese, conosceva praticamente tutti. Molti fin dalla nascita e, una volta suoi pazienti li seguiva sempre, fino all’ ultimo momento. Era intimamente legato alla sua comunità, entrava talmente nella vita delle famiglie da essere di volta in volta consigliere, psicologo eccetera. Era sempre sul pezzo, schietto, persona di poche parole e tanti fatti; insomma, stiamo parlando di una figura irripetibile. Anche la sua Moto Guzzi Galletto, color giallo crema, era una parte di lui; quando andava in giro per visite, soprattutto nelle case in campagna, il rumore del motore faceva presagire il suo arrivo. A proposito di violino, vi preannuncio che nell’Antologia Praese 2.0, che sarà presentata il 7 ottobre durante la cerimonia di premiazione delle borse di studio della FondAzione Primavera, ci saranno alcune foto riguardanti l’orchestrina a lui cara dei Bagni San Pietro. Per tutti questi motivi, quando parlo di Achille Dapelo non mi sento triste.”
Dopo il primo intermezzo musicale, con il capriccio di Paganini preferito da u megu, ha preso la parola il figlio Antonio, commosso dalle note e dalla serata. “Tutte le volte che poteva, mi portava a vedere il Premio Paganini, una tra le sue manifestazioni preferite. Dedicava molto tempo ai pazienti, praticamente era disponibile h24, sette giorni la settimana; è stato però anche un grande padre. Se abbiamo potuto gestire questa situazione, il merito ovviamente va anche a mia mamma, che oltre a mandare avanti la famiglia ha fatto da segretaria a mio papà, organizzando le visite e gli appuntamenti”
Ha preso poi la parola il dottor Leoncini. “Di Achille Dapelo si può dire solo che bene; se volessimo descriverlo in tre parole, userei fede, speranza e carità, ma intese in senso laico. La prima, in quanto è sempre rimasto fedele al giuramento di Ippocrate e ai pazienti. La seconda, perché cercava di infondere speranza ai malati, la considerava una medicina per la mente, da usare assieme a quelle per il corpo. La terza, perché ha sempre fatto della carità, soprattutto alle persone meno fortunate; andava a visitarle anche la domenica e rifiutava i soldi che i pazienti volevano offrirgli come ringraziamento”.
L’intervento successivo è stato di Giuliano Boffardi, politico e scrittore praese. “Voglio ricordare la sua empatia, la sua cultura e il rigore nella sua ideologia. E’ stato un grande amico della Croce Verde e uno fra i grandi dottori che hanno dato lustro all’Ospedale Martinez di Pegli, ricoprendo il ruolo di primario di anestesia. Ha studiato a lungo il dolore, perché riteneva che anche le cure palliative fossero importanti. Diede infatti numerosi consigli ai parlamentari che lavorarono alla proposta di legge sugli hospice. Possiamo anche ritenerlo un precursore dell’agopuntura perché, quando lui negli anni 80 credeva ai benefici di questa terapia, in molti sostenevano che era roba da ciarlatani. Per tutti questi motivi nel 1998 il Quirinale gli conferì, postuma, la Medaglia d’oro al merito civile”.
L’ultimo intervento è stato quello del nipote, Achille Dapelo. “Sono nato tre anni dopo la sua scomparsa, ma posso dire di averlo conosciuto tramite mia nonna. Con lei ho condiviso la quotidianità e, nelle giornate passate assieme, mi ha raccontato parecchie storie su di lui; anche gli amici e i conoscenti hanno contribuito con i loro aneddoti. Stasera, poi, grazie agli organizzatori, ho avuto la conferma di chi fosse mio nonno per la comunità praese. Ascoltando i vari interventi e i brani musicali suonati dai ragazzi, ho capito quali fossero per me le parole che calzano a pennello per questa serata, per descrivervi come mi sento. Sono parole di Alda Merini, che faccio mie: "Ciò che nella vita rimane, non sono i doni materiali, ma i ricordi dei momenti che hai vissuto e ti hanno fatto felice. La tua ricchezza non è chiusa in una cassaforte, ma nella tua mente. È nelle emozioni che hai provato dentro la tua anima.”